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L'iconografo deve rendersi trasparente alla Grazia, impregnandosi dei testi evangelici e liturgici, lasciando da parte ogni sentimentalismo. La tradizione iconografica offre all'artista un quadro appropriato per esprimere la propria ispirazione, indirizzare le proprie interpretazioni e orientare la propria creatività.
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Generalità
L'icona rifiuta le forme toccanti della devozione, essa celebra la verità e la luce. Ci si asterrà inoltre dallo scadere nel narrativo e nello storicismo, appesantendo l'icona con dettagli cronologici e con una gestualità teatrale. Essa è l'attualizzazione dell'atemporale e del sacro, manifestandosi attraverso la calma e la serenità degli eventi rappresentati. L'icona è l'espressione della centralità e dell'unità, rispetto al soggetto trattato, della sobrietà attraverso la composizione e le inscrizioni, della semplicità attraverso le forme essenziali, della purezza nei suoi colori e nelle sue luci, della trasparenza nella tecnica e della forza nel movimento che esprime.
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L'adorazione dei Magi
Creta XVI secolo.
Icona narrativa nella quale la moltiplicità dei personaggi crea una grande confusione e fa perdere di vista il soggetto trattato. Impressione d'orizzontalità e predominanza dell'aneddotica. In altri casi, una simile confusione può essere prodotta da un numero troppo grande di elementi architettonici. |
La Saggezza ha costruito la propria dimora
Novgorod, XVI secolo. |

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In Russia, intorno alla metà del XVI secolo, le icone si riempiono di simboli e di motivi allegorici. L'icona qui riportata illustra il testo dei Proverbi X, 1-6: mentre la personificazione della Saggezza appare nel medaglione di sinistra, il registro inferiore rappresenta i domestici che sgozzano il vitello, preparano il vino e apparecchiano la tavola, allusione evidente all'Eucarestia. Dall'alto della sua torre, il re Salomone si rivolge al suo popolo, mentre la Vergine con il Bambino, ricettacolo della Saggezza, appare nel medaglione a destra. Il senso della composizione non è reso dal ritmo o dall'espressione, ma dai simboli allegorici: l'icona passa dunque dal mondo della contemplazione a quello dell'illustrazione che richiede uno sforzo mentale a colui che vuole decifrarne la complessità delle sue metafore.
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Il manierismo
Le maniérisme consiste à privilIl manierismo consiste nel privilegiare la tecnica sul significato. Si ritrova in tutte le epoche, ma principalmente a partire dalla fine del XV secolo in diverse maniere:
- attraverso movimenti ampli ed esagerati dei personaggi, senza una reale motivazione rispetto al tema presentato.
- attraverso espressioni di inquietudine o tormento, tratti del viso troppo accentuati. Le caratteristiche psicologiche o individuali dei santi devono essere presenti, ma trattate con un'adeguata stilizzazione che escluda l'esagerazione e favorisce la trasparenza. (vedere l'icona di San Paolo di Andrej Rublev che esprime alla perfezione l'interiorità e la forza del teologo).
- attraverso una profusione di dettagli trattati con la virtuosirà di un miniaturista.
- attraverso il disegno di abiti che modellano eccesssivamente la morfologia umana.
- attraverso ornamenti esagerati e una complessità superflua negli elementi architettonici.
- attraverso dettagli realistici o anedottici accentuanti la dimensione terrestre degli episodi rappresentati.
- attraverso inscrizioni troppo numerose.
- attraverso l'utilizzo dell'allegoria privilegiante l'aspetto didattico dell'immagine sul proprio ruolo di supporto alla contemplazione.
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L'Annunciazione
Sinai XII secolo.
Anziché adottare la vigorosa semplicità delle figure calme e degne di questa epoca, questa composizione iconografica privilegia la complessità di un movimento vorticoso, di una raffinatezza estrema. Con rara eleganza, le figure accennano gesti e modi delicati (il saluto dell'Arcangelo Gabriele). La tensione drammatica è accentuata dai giochi di riflessi luminosi, che animano tutta l'area del quadro il cui equilibrio è rotto dalla sproporzione tra lo spazio occupato dallo sfondo d'oro e quello occupato dai personaggi. |
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Dormizione di Sant'Efraim.
Scuola cretese, XV secolo.
Oltre agli accenti di puro stile bizantino, questa icona manifesta numerose concessioni
allo stile realista che caratterizza la tradizione italiana dell'epoca: la tendenza miniaturista, i paesaggi incantevoli i dettagli pittoreschi ma anche una tendenza alla monocromia ed alla narrazione.
L'iconografo deve attenuare i dettagli di questo mondo sfumandoli nella luce divina dell'icona. |
Madre di Dio, gioia degli afflitti.
Russia, XVIII secolo.
Icona tardiva illustrante il declino dell'iconografia russa: le decorazioni floreali, le nuvole, la rappresentazione del sole e della luna...l'eccesso dei diversi elementi che compongono questa icona hanno costretto l'autore a delle scritte esplicative che, invece di chiarificare il significato, appesantiscono l'insieme. |
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Cristo Pantocratore
Russia XVIII secolo.
Su questo viso, realizzato con molta tecnica e finezza pur nel rispetto del modulo bizantino dei tre cerchi, colpiscono in modo particolare le arcate sopraccigliari. Infatti l'impressione del naso troppo lungo e della fronte ristretta deriva dal fatto che le arcate sono eccessivamente alte rispetto agli occhi e che presentano una curva troppo pronunciata, facendo apparire creando una certa estraneità nello sguardo. Le arcate dovrebbero sostenere lo sguardo e aggiungervi intensità, al contrario, in questo caso risultano indipendenti dagli occhi a causa della loro distanza e della loro forma. Il contrasto troppo accentuato e il limite troppo marcato tra il nero dei capelli e la carnagione chiara nuociono all'armonia dell'insieme. L'estrema finezza del disegno della barba, la precisione delle spirali della chioma, così come i dettagli della decorazione dell'abito danno a questa icona un carattere manieristico a scapito della sua essenza. |
Madre di Dio, roccia staccata dalla montagna
(Inno acatista)
Solovsky, XVI secolo.
La magnificenza della decorazione, l'estrema libertà con la quale l'artista ha dipinto il trono della Madre di Dio, la dilatazione delle linee e delle forme cercano di ricreare l'impressione dell'immensità e dell'incredibile bellezza del cosmo, in cui Cristo appare sovrano. Ma quale Cristiano potrebbe pregare in tutta serenità davanti a tale icona? |
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Ultimo aggiornamento : Tue, Dec 16, 2008, P. Grall © ASA 2000 - 2009 Tutti i diritti riservati.
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